Descrizione
La novella-poemetto polimetrico di Fogazzaro prendeva non per niente il titolo dal nome della protagonista femminile: l’intensa e sensibile Miranda che, abbandonata da Enrico, gli moriva consunta d’amore e dolore tra le braccia, precisamente quando egli aveva deciso di ricongiungersi a lei, dopo aver riconosciuto la falsità delle proprie aspirazioni di successo mondano e di gloria letteraria nelle vesti di poeta. Lungi dall’essere un incerto compromesso fra racconto e poesia, la novella Miranda fondeva i generi di poesia, appunto – in cui i valori sonori della «musica» del modulare, dei ritmi, erano fondamentali –, e di romanzo, anche perché, in maniera speculare, quest’ultimo appariva a Fogazzaro «la forma prevalente del sentimento poetico» del suo tempo. Si trattava di «romanzo» nel consueto significato di narrazione di fatti, di caratteri e sentimenti, che confluiva in realtà anche nella dimensione della «romanza» o storia patetica in versi, quale era d’uso in musica e, in particolare, nel melodramma (non per nulla Miranda piaceva a Toscanini), di cui erano reinventate alcune procedure, strutture e sequenze.
Dalla Prefazione di Daniela Marcheschi